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FRANCESCO CLEMENTE

 

Francesco Clemente nasce nel 1952 a Napoli. Conseguita la maturità, si avvicina all’arte e inizia a dipingere da autodidatta. Nel 1970 si trasferisce a Roma, per iscriversi alla facoltà di Architettura, presto abbandonata. Frequenta lo studio di Alighiero Boetti, stringe amicizia con Cy Twombly ed entra in contatto con Joseph Beuys, del quale condivide gli interessi per l'Antroposofia; con Luigi Ontani frequenta la galleria L’Attico. S’interessa di cibernetica, filosofia, psicoanalisi e numerologia. Influenzati dalla ricerca concettuale allora dominante sono i suoi iniziali lavori fotografici,  ma anche l’ampio corpus di disegni che espone nella seconda metà degli anni 70. Nel 1976 scopre l’India e apre uno studio a Madras, dove avvia inizia a collaborare con gli artigiani del posto. Nel 1979 Achille Bonito Oliva lo include nel movimento della Transavanguardia.

Si trasferisce a New York nel 1981. Sperimenta le tecniche più diverse: dalla tempera all’encausto; dall’incisione alla pittura a olio, con le quali coniuga insieme simboli e temi di diverse culture e civiltà spesso assai lontane l’una dall’altra, dando vita a un caleidoscopio di autoritratti, che parlano di sessualità, sogno, spiritualità. Entra nella Factory di Andy Warhol e nel 1985 lavora, insieme con Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf, alla decorazione del nightclub Palladium disegnato da Arata Isozaki (demolito). L’importanza dei paesi attraversati per la comprensione dell’arte di Clemente è sottolineata in occasione della prima grande antologica a lui dedicata, organizzata nel 1985 dal John and Mable Ringling Museum of Art di Sarasota, in Florida. Nel 1988 espone alla XLIII Biennale di Venezia Il luogo degli artisti. Nel 1990 scopre la Giamaica e apre uno studio in Nuovo Messico. È presente in mostre nodali come: Italian Art in the Twentieth Century, ordinata dalla Royal Academy of Arts di Londra (1989) e Allegories of Modernism al MoMA  di New York (1992), che confermano la sua  ricerca a livello internazionale. Dopo la 46.Biennale di Venezia (1995), tiene una personale al Museum für Moderne Kunst di Francoforte e per l’inaugurazione del Guggenheim Museum di Bilbao realizza La stanza della madre. Sue opere compaiono nel film Paradiso Perduto, diretto nel 1998 da Alfonso Cuarón. Nel 1999 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli dedica una grande retrospettiva.

Risale invece al 2004 l'opera ambientale site specific al primo piano del MADRE di Napoli ristrutturato da Alvaro Siza, Ab Ovo, composto da un affresco articolato in due sale e da un pavimento in ceramica con intarsi zoomorfi. Il ciclo Tandoori Satori (2003-04)  ispirato all’iconografia cristiana viaggia dal The Rose Art Museum di Waltham (Massachussette) al MAXXI di Roma. Datano al 2008 le illustrazioni per il racconto di Salman Rushdie In the South e nel 2009 il poeta premio Nobel Derek Walkott presenta l’artista nel catalogo della mostra A History of the Heart in Three Rainbows. Il suo ultimo ciclo di opere, dedicato ai Tarocchi, è esposto nel 2011 agli Uffizi di Firenze.

Le opere in mostra
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22 aprile